ETICHETTATURA TESSILE E DELLE CALZATURE

Da giovedì 4 gennaio 2018 è entrata in vigore la nuova normativa per i prodotti tessili e calzature vendute, senza informazioni corrette per il consumatore. Si tratta di una nuova disciplina sanzionatoria per l’etichettatura delle calzature e dei componenti tessili, con un inasprimento delle multe in capo a produttori, fornitori e distributori.

Il provvedimento prevede inoltre sanzioni da 1.500 a 20 mila euro per i fabbricanti o importatori o distributori che non forniscano nei cataloghi, sui prospetti o sui siti web corrette indicazioni relative alla composizione fibrosa, ai sensi del Regolamento comunitario (UE n.1007/2011)Fino ad oggi le multe sono state elevate ai soli commercianti che spesso non hanno esercitato il diritto di rivalsa nei confronti del fornitore, come già sottolineato da Confcommercio.

Grazie alla battaglia sindacale condotta da Federazione Moda Italia Confcommercio, si è arrivati alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (296 del 20 dicembre 2017) del Decreto legislativo 190 del 15 novembre 2017 recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni della direttiva comunitaria 94/11 in materia e il Regolamento Ue 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre tessili, all’etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili.

La nuova normativa accoglie le istanze dei commercianti, attribuendo a chi effettivamente etichetta i prodotti, e quindi a fabbricanti, importatori e distributori, responsabilità diretta e conseguenti multe (fino a 20 mila euro). Il decreto inoltre introduce l’assegnazione alle Autorità di Vigilanza (Camera di Commercio, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) di un termine perentorio di 60 giorni al fabbricante o al responsabile della prima immissione sul commercio delle calzature per la regolarizzazione dell’etichettatura o il ritiro dei prodotti dal mercato.

In relazione alla pubblicazione del decreto, Ascom esprime soddisfazione per veder riconosciuti nel provvedimento alcuni aspetti di principio ritenuti imprescindibili dal dettaglio moda multibrand, oltre a valorizzare chi si impegna per dare servizio e informazioni corrette, oltre che prodotti di qualità, alla clientela, viene così riconosciuta la piena responsabilità a chi effettivamente appone le etichette di calzature e prodotti tessili.

Per tutelare la trasparenza, ma soprattutto per il bene dei consumatori, il distributore che mette sul mercato le calzature senza aver correttamente informato i clienti del significato della simbologia adottata sull’etichetta, è soggetto ad una multa che va da 200 a 1.000 euro. Deve quindi definire le diverse parti delle calzature e far conoscere i diversi simboli utilizzati per il cuoio, ma anche l’ecopelle.

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Source: Il Commercio
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