Saldi o non saldi ? Questo è il problema

Saldi di Natale, tempo di bilanci e di riflessioni.

Da sempre Natale è il periodo migliore dell’anno in tutti i settori del commercio e i saldi di fine ed inizio anno sono uno strumento efficace e apprezzato dai potenziali clienti.

Tuttavia, a livello nazionale, da Federmoda arriva questa notizia che di certo non è confortante:

Dopo una buona partenza nei primi due giorni, le vendite in saldo hanno subito purtroppo un rallentamento, registrando un calo medio del 3,4% in tutta Italia.

Anche le stime di Federpreziosi non sono confortanti:

In generale si riconferma che le festività natalizie non costituiscono ormai più l’occasione privilegiata di acquisto di preziosi, ma lo sono le celebrazioni di compleanni o di eventi come lauree, nascite, anniversari”.

Già domenica 22 ottobre 2017 alla manifestazione aretina Gold Italy i dati sulle previsioni di acquisto di preziosi per il Natale 2017 non erano molto incoraggianti.

L’indagine è stata inserita da Format Research nellOsservatorio sulle vendite in gioielleria 2016/2017 effettuata per Federpreziosi Confcommercio, Club degli Orafi Italia e Preziosa Magazine. Illustrata da Pierluigi Ascani, presidente e direttore scientifico dellIstituto di ricerca, ha avuto come obiettivo quello di fornire indicazioni sulla propensione agli acquisti specifici in vista delle festività di fine/inizio anno ed è stata condotta con interviste telefoniche nel periodo 14-20 settembre 2017 su un campione rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 24 anni Gabriele Aprea, presidente del Club degli Orafi Italia, Giuseppe Aquilino, presidente di Federpreziosi Confcommercio, Giovanni Micera, direttore della rivista Preziosa Magazine ne hanno commentato i risultati nel corso di un dibattito condotto da Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi Confcommercio.

Malgrado laumento degli acquisti attraverso il canale delle-commerce, che viene preferito prevalentemente per il prezzo vantaggioso, il canale tradizionale ovvero la gioielleria tradizionale su strada o in un centro commerciale continua ad essere ampiamente preferito per lacquisto di preziosi.  Circa tre intervistati su quattro riconoscono al gioielliere il ruolo importante di un professionista al quale rivolgersi con fiducia per avere competenti consigli. Sulla tipologia di gioielli preferiti la moda esercita sicuramente una grande influenza: da anni le spille, insieme a gemelli e fermacravatte, sono ultime in una classifica che vede ai primi posti bracciali e braccialetti, orologi, orecchini e ciondoli. Nel campo dellorologeria le preferenze vanno ai prodotti di fascia economica fino a 500 Euro con un 73,6%.

Per il 2017 il campione in esame dichiara una minore propensione (- 1.2%) allacquisto di regali in generale per le festività di fine anno (84,8% contro l86% del 2016), ma con una maggiore propensione per gioielli preziosi, orologi, bijoux che passano dal 10,8% dello scorso anno all’11,2%. Sono preferiti i canali in punti vendita tradizionali, pur con una flessione di quelli su strada (dal 51,7% al 48,7%) e un aumento per le gioiellerie nei centri commerciali (dal 48,8% al 52,5%). Guadagnano punti i siti di e-commerce (dal 24,6% al 27%) e i negozi online di marchi noti (dal 12,7% al 20,2%), mentre scendono dal 14,8% al 13,3% quelli di gioiellerie tradizionali.

Secondo Giuseppe Aquilino, Presidente di Federpreziosi Confcommercio i dati sono in linea con le aspettative. Il nostro settore registra da qualche anno a questa parte una tendenza leggermente migliore pur in un quadro generalmente negativo rispetto ad altri beni voluttuari. Certo è che i risultati, come sempre accade, dipenderanno da quello che ognuno di noi saprà fare con le iniziative più adeguate alla propria realtà per risvegliare la propensione e linteresse allacquisto di preziosi anche da parte di coloro che se ne sono un podisaffezionati. In occasione dei recenti incontri che la nostra Federazione ha organizzato a VicenzaOro September 2017 sono arrivati idee e spunti per rafforzare e migliorare la nostra comunicazione valutando anche le opportunità offerte dai digital media a supporto delle iniziative di promozione più tradizionali”. Concorda Gabriele Aprea sullimportanza per le gioiellerie tradizionali multibrand di lavorare sullindividuazione e il potenziamento di quei valori differenzianti che difficilmente un sito internet potrà fornire. Ad esempio, va potenziata la customer experience: è necessario che ogni esperienza vissuta in gioielleria sia premiante per il cliente. Dallaccoglienza, alla vendita, allassistenza post- vendita, i valori umani e professionali profusi dal gioielliere di fiducia superano. Per il Presidente del Club degli Orafi Italia il modello di retail italiano è unico al mondo, basato su know how e tradizione famigliare, caratterizzato da piccole dimensioni che, se da un lato ne costituiscono l’inimitabile peculiarità, dallaltro sono un punto di debolezza a causa della mancanza di gestione manageriale. E’ un modello che non possiamo che proteggere e sostenere e per farlo dobbiamo investire in cultura allinterno della famiglia coinvolgendo il più possibile le nuove generazioni, attingendo da loro quanto è indispensabile in unottica di sviluppo di consolidate competenze.” Giovanni Micera, direttore di Preziosa Magazine ha tenuto a sottolineare soprattutto limportanza di offrire al settore tutti quegli strumenti che possono costituire supporto e guida verso scenari futuri complessi. Ben vengano dunque iniziative come questa dove soggetti diversi ma complementari hanno unito le proprie risorse per una causa comune.

Vediamo a Vercelli come sono andati i saldi sentendo direttamente alcuni commercianti.

«Per le vendite il periodo di Natale è andato molto bene – commenta Anita della gioielleria EasyChic – e i saldi appena dopo il 25 dicembre non hanno determinato una inflessione della nostra attività commerciale. Anche gennaio si è confermato un periodo positivo. In generale possiamo dire che i saldi sono andati molto bene» mentre in un’altra gioielleria la titolare è più cauta «Natale ultimamente è un’occasione per fare piccoli pensieri. Entrano più clienti ma la spesa è minore». Di parere diverso la titolare di Enfant Gatè che spiega «Il periodo di Natale per il mio negozio non è fondamentale. Il prodotto che vendo, le scarpe da bambino, si vendono nel momento in cui i piccoli cambiano la misura. Per me il periodo migliore rimane quello del cambio di stagione. Inoltre la politica aziendale delle marche che vendo non vede di buon occhio il meccanismo dei saldi».

Per quanto riguarda la telefonia, il titolare del negozio Wind osserva che «Rispetto al 2016, il 2017 è stato un anno con un calo di vendite abbastanza significativo e anche per Natale abbiamo avuto questa tendenza. Gennaio invece è iniziato bene e sembra promettere altrettanto».

A proposito di saldi una curiosità.

La prima legge a introdurre in Italia le categorie di vendite straordinarie” e vendite di liquidazionefu approvata il 2 giugno 1939, durante il periodo fascista. Nelle vendite straordinarie rientravano soprattutto gli indumenti e capi di abbigliamento, i quali erano considerati merci stagionali e suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. I commercianti erano liberi di scegliere il periodo dellanno in cui applicare i prezzi ribassati, i quali erano però scoraggiati da una lunga trafila burocratica.

Dopo la caduta del fascismo le corporazioni vennero sciolte e si dovette attendere il 1980 prima che una nuova legge in materia venisse approvata. Anche in questo caso, veniva fatta una distinzione tra vendite fallimentari, da limitare ai casi di cessazione dellattività, e saldi stagionali. Si stabilirono i periodi dellanno nei quali era concesso applicare i saldi, che non potevano superare il numero di due allanno e la durata di quattro settimane.

Con la legge del 1991, i periodi dellanno nel quale era possibile saldare la merce vennero unificati a livello nazionale: dal 7 gennaio al 7 marzo e dal 10 luglio al 10 settembre.

Al di fuori di questi periodi, era consentito applicare sconti solo con la denominazione di vendite promozionali, e comunque non nei 40 giorni precedenti linizio dei saldi. Nel 1998 furono avanzate ulteriori modifiche e si stabilì che fossero le regioni ad avere lultima parola sulle date.

L’articolo Saldi o non saldi ? Questo è il problema sembra essere il primo su Il Commercio.

Source: Il Commercio
{$excerpt:n}
Saldi o non saldi ? Questo è il problema